venerdì 26 ottobre 2012

Tutti questi ossicini nel piatto (ZONA Editrice): estratti dalla silloge e dipinti di Christian Tito

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Introduzione a cura di Christian Tito
" Accolgo con grande piacere e gratitudine l’ospitalità in questo spazio intimo, ricco di cure e di interessantissime proposte che Paola ha creato. Nonostante lei mi abbia dato totale libertà di aggiungere o togliere testi da quelli che ha estratto dalla mia ultima raccolta, preferisco non mettere mano alle sue scelte, convinto come sono, che la poesia, l’arte in generale, una volta lasciato il suo autore, diventi di tutti e tutti siano liberi di vederci dentro quello che possono e vogliono vedere. Aspirazione grossa; forse troppo ambiziosa: sperare o illudersi che la propria opera possa avere dei tratti universali. Ma concediamoci almeno nell’arte un po’ di sana utopia. Forse può aiutarci a rendere più ricca e bella la nostra esistenza in questi tempi sciagurati e vili. Paola mi rispose di no quando le chiesi se avesse pubblicato qualche sua raccolta. Lei proprio non sembrava preoccuparsi della cosa. Allora le chiesi almeno se, oltre che da me, era apprezzata da qualcun altro. Lei mi rispose: " Certo, lettori, alcuni, sì, poi sai, ne basterebbe anche uno solo... commuovere un essere umano è un privilegio e poi lo si sente se la commozione viene da un buon seme che hai tentato di sfiorare alla poesia ". Ecco: per me questo è il cuore del poeta e questa è la poesia. Ancora grazie a Paola e a chi avrà curiosità e voglia di stare un po’ insieme tra queste parole e questi dipinti che inserisco alla fine per mostrare alcuni elementi che ricorrono spesso tra le mie piccole cose. " continua #QUI#

lunedì 6 febbraio 2012

Opere di Daniele Baron per la galleria artistica di Nevedicarne

Introduzione
Nelle opere di Daniele Baron figure mitologiche e fiabesche si manifestano in tutta la loro eloquenza dall' abisso dell' incoscio (l' ordinato delirio) con tutta la loro forza sovrana sul tempo. La vita e la morte diventano flusso che si ammassa e si arroventa, portando alla luce/tela con spasmi convulsivi, la natura umana nel tentativo di renderla permeabile alle percezioni dell' alterità senza pregiudizi e dunque di sottrarla alle sovrastrutture a cui viene subalternata nell' istante precisodella caduta dalla placenta (e non viceversa), della caduta dalla Madre. 
Scrive Baron:
"... dal momento in cui viene bloccato il flusso originario (quasi già dal nostro venire alla luce, dai nostri primi vagiti) nasce tutta la serie di opposizioni, nascono tutti io e altro, tra me e mondo, diventando ovvia, nascono l'astrazione e la trascendenza (trascendenza sia in senso di fuoriuscita dall'immanenza, sia come al-di-là). Dire "io" significa in questo caso dire "Dio", con tutte le conseguenze di ordine che ciò comporta, ordine morale, teologico, politico" .
Natura che in queste opere non è mostrata come trofeo ma al contrario si dimostra nella sua mostruosa e disvelata bellezza/violenza? amniotica della quale l' essere umano è il divenire inarrestabile, egli stesso amnio del suo continuo nascere nuovo e come sopravvivenza della cognizione e percezionedi sé: la forza del rag-giungersi e congiungersi per poter rendersi accolto e accogliente nella compiutezza con l' altro e il Tutto. 
Scrive ancora l' artista: 
"... il primordiale "divenire" è solo stato reso inconscio, non è sparito se non allo sguardo comune (non solo razionale, non solo solare, anche irrazionale, anche notturno, dopotutto ci sono sogni stereotipati, ci sono desideri indotti, c'è poesia inautentica." [...]
(paola lovisolo)
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Nevedicarne
grazie

venerdì 9 dicembre 2011

Mitobiografia di Ernst Bernhard – Adelphi

[19 agosto 1945] Il problema dell' essere e non-essere, dell' infinità e dell' eternità, del caso e del destino, individuo e collettività, essere e divenire, e così via, sono espressioni delle nostra incapacità di 'pensare' nella quarta dimensione, cioè entelechialmente. Il dissipamento dell' i l l u s i o n e è appunto un ampliamento della coscienza in una nuova ' dimensione ' che annulla le particolari categorie a cui l' uomo è d a p p r i m a legato.

Mitobiografia di Ernst Bernhard – Adelphi

"Nell' organismo umano le corrisponde il sistema della nutrizione. Neurologicamente, il riflesso: mentre all' animale corrisponde il sistema vascolare e l' azione istintiva. Psicologicamente la pianta corrisponde allo stadio prenatale, caratteristico per la sua mancanza di indipendenza. Trasfigurata dalla presa di coscienza, diventa mandala-pianta. quale intuitivo, pio, sottomesso, consapevole vissuto e organico inserimento nella legge cosmica, che è corso circolare: mentre la pietra preziosa come mandala rappresenta lo statico essere di per se stesso dell' assoluto, che nulla più muove, la compiuta "immersione" nel Tutto quale esperienza di sensazione. Nel regno animale la funzione dominante è il sentimento, che ha per base gli strati precedenti. Questi per così dire offrono il materiale. L' animale, sospinto da piacere e dolore, amore e odio, è destinato a cercare la propria via nella vita, l' alimento per mantenersi, la propagazione per durare, cose che nella pianta avvengono vegetativamente, passivamente, dettate dallo svolgimento del tempo, all' opposto del minerale dove la causalità è regolata dal caso." [segue]
pagg. 75-76

domenica 4 dicembre 2011

Mitobiografia di Ernst Bernhard – Adelphi

"L' intuizione percepisce dunque l' accadimento organico. Sa del seme, del fiore, del frutto, della morte e della rinascita. Conosce la legge della enantiodromia e della formazione e dello sviluppo nel tempo. Come funzione umana può perciò avere conoscenza del passato e del futuro, e in quanto spermenta il presente come punto di transito di entrambi, gli toglie in qualche modo, valore. Il presente è per essa soltando il punto di partenza per le relazioni di tempo, per qualcosa che è stato prima e sarà dopo. E la pianta stessa è tutta compresa in questa legge, sperimenta se stessa soltando sotto questa prospettiva: la sua contiguità nello spazio è contemporaneità (panta rei) - Ciò che è accostato ad essa si accorda a questo suo piano, essa lo può accettare oppure, se non si accorda, rifiutare. Questi sono la philia e neikos, ma appunto in modo riflesso, passivo e senza che essi diventino movimento esterno o interno (psichico). Immobile nello spazio essa è pia e sottomessa."
(segue)
pag. 75