lunedì 6 febbraio 2012

Opere di Daniele Baron per la galleria artistica di Nevedicarne

Introduzione
Nelle opere di Daniele Baron figure mitologiche e fiabesche si manifestano in tutta la loro eloquenza dall' abisso dell' incoscio (l' ordinato delirio) con tutta la loro forza sovrana sul tempo. La vita e la morte diventano flusso che si ammassa e si arroventa, portando alla luce/tela con spasmi convulsivi, la natura umana nel tentativo di renderla permeabile alle percezioni dell' alterità senza pregiudizi e dunque di sottrarla alle sovrastrutture a cui viene subalternata nell' istante precisodella caduta dalla placenta (e non viceversa), della caduta dalla Madre. 
Scrive Baron:
"... dal momento in cui viene bloccato il flusso originario (quasi già dal nostro venire alla luce, dai nostri primi vagiti) nasce tutta la serie di opposizioni, nascono tutti io e altro, tra me e mondo, diventando ovvia, nascono l'astrazione e la trascendenza (trascendenza sia in senso di fuoriuscita dall'immanenza, sia come al-di-là). Dire "io" significa in questo caso dire "Dio", con tutte le conseguenze di ordine che ciò comporta, ordine morale, teologico, politico" .
Natura che in queste opere non è mostrata come trofeo ma al contrario si dimostra nella sua mostruosa e disvelata bellezza/violenza? amniotica della quale l' essere umano è il divenire inarrestabile, egli stesso amnio del suo continuo nascere nuovo e come sopravvivenza della cognizione e percezionedi sé: la forza del rag-giungersi e congiungersi per poter rendersi accolto e accogliente nella compiutezza con l' altro e il Tutto. 
Scrive ancora l' artista: 
"... il primordiale "divenire" è solo stato reso inconscio, non è sparito se non allo sguardo comune (non solo razionale, non solo solare, anche irrazionale, anche notturno, dopotutto ci sono sogni stereotipati, ci sono desideri indotti, c'è poesia inautentica." [...]
(paola lovisolo)
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Nevedicarne
grazie

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